Piccole e grandi emergenze

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Introduzione

Tutti ci troviamo, prima o poi, ad affrontare una situazione di emergenza che riguarda il nostro bambino: una caduta, una puntura di insetto, una ferita, un dolore improvviso. Anche se raramente, potrebbe trattarsi di una cosa seria. Sapere cosa fare (e cosa non fare) nei primi minuti dopo questi eventi, piccoli o grandi che siano, spesso è sufficiente per fare le cose giuste ed evitare qualche problema o complicazione. Questo vuole essere solo un piccolo aiuto per tendere ad essere genitori pronti ed efficaci.

 Numeri indispensabili da tenere sempre: EMERGENZA 118

SOFFOCAMENTO E MANOVRE DI DISOSTRUZIONE DELLE VIE RESPIRATORIE

Vi consigliamo di aprire il sito: www.crocerossachepassione.com e vedere più volte i video specifici per età dei bambini. Riguardano alcune manovre che possono salvare una vita. Vi invitiamo, inoltre, a partecipare ai corsi organizzati sul territorio.

 ANNEGAMENTO

Portate il ragazzo immediatamente fuori dall’acqua e guardate se sta respirando da solo. Se non respire iniziate le manovre di  rianimazione cardiopolmonare. Se c’è qualcuno con voi ditegli di chaimare subito il 118, ma non perdete tempo a cercare aiuto o a rimuovere l’acqua dai polmoni del bambino. Concentratevi piuttosto sulle manovre di rianimazione finchè non compare il respiro spontaneo. Il vomito di acqua ingoiata è molto frequente durante la respirazione bocca a bocca. Solo quando siete sicuri che il bambino riprende a respirare da solo potete interrompere le manovre e cercare aiuto.

AVVELENAMENTI

Se il bambino è incosciente, molto sonnolento, presenta convulsioni o ha difficoltà respiratorie chiamate il 118 o portatelo al Pronto Soccorso (PS). 

AVVELENAMENTI DA INGESTIONE

Qualsiasi sostanza non commestibile rappresenta un potenziale veleno. Se il bambino ha messo in bocca prodotti per la casa, per gli elettrodomestici, per il giardinaggio o parti di piante o qualsiasi altra sostanza che ritenete possa essere tossica, se ha ingerito medicine che non doveva prendere o dosi eccessive di farmaci, se pensate che possa aver mangiato cibo avariato o contaminato chiamate il centro antiveleni (vedi più sotto). Non provocate il vomito se non in caso di precise istruzioni mediche. Il Centro Antiveleni vi darà indicazioni precise.

ESPOSIZIONE A GAS, FUMI, VAPORI

Portate il bambino all’aria aperta e chiamate il 118. Se il bambino non sta respirando praticate le manovre di rianimazione cardiorespiratoria e continuatele fino all’arrivo dei soccorsi.

ESPOSIZIONI CUTANEE

Se prodotti contenti acidi, pesticidi, prodotti chimici o qualsiasi altra potenziale sostanza tossica entra in contatto con la cute del bambino, grattate via il materiale secco. Togliete i vestiti contaminati e indossate, se necessario, guanti di gomma. Lavate la pelle con grandi quantità di acqua e sapone. Chiamate il Centro Antiveleni per ulteriori informazioni. Se le dita sono rimaste attaccate a causa della colla contenente ciano acrilato (tipo Attack) immergetele in acqua calda e aiutate il bambino a scioglierla sfregando le dita delicatamente.

CENTRI ANTIVELENI:

MILANO vuoto +39 02 6610 1029
 PAVIA – ASSAGO  +39 02 5751 2900
 TORINO  +39 011 663 7637
 PADOVA  +39 049 831861
+39 049 831863
+39 049 831892
 GENOVA  +39 010  563 6245
 FIRENZE  +39 055 427 7238
+39 055 427 7244
+39 055 427 7731
 ROMA  +39 06 305 4343
 ROMA  +39 06 490 663
 NAPOLI  +39 081 747 2870

USTIONI E SCOTTATURE

In caso di ustioni ampie e profonde dove trasuda del liquido dalla pelle dovete chiamare subito il 118. Qualsiasi ustione che coinvolga volto, bocca, mani, piedi o genitali oppure causata dall’elettricità deve essere visitata da un medico. Ustioni di 1° grado (la pelle si presenta semplicemente arrossata) e ustioni di 2° grado (oltre all’arrossamento compare la vescica). Immergete il prima possibile e a lungo la parte ustionata in acqua fresca corrente o coprite la zona ustionata con una pezza imbevuta di acqua fredda fino a quando il dolore non cessa (almeno 15 minuti). Se la parte ustionata è coperta da vestiti, bagnate con acqua fredda subito i vestiti; poi rimuoveteli delicatamente, tranne quelli attaccati alla pelle (usate anche le forbici per togliere più vestiti possibile). Non usate ghiaccio perché può ritardare la guarigione, né sfregate la zona ustionata (può gonfiare la vescicola). Non applicate i rimedi casalinghi (burro, olio, polveri, ecc.) perché possono peggiorare la lesione. Se dalla pelle ustionata non trasuda liquido, copritela con garze sterili o, in mancanza, con un panno asciutto e pulito. Se invece trasuda liquido, copritela delicatamente con garza sterile o un tovagliolo pulito e chiamate il medico o andate al PS. Se compare la vescica (la bolla con del liquido trasparente dentro) NON rompetela. Se la vescica si rompe, lavatela con acqua corrente e sapone o soluzione fisiologica, rimuovete i tessuti superficiali delicatamente (usate forbici disinfettate), detergetela con un antisettico incolore, copritela con una garza grassa sulla quale applicherete una pomata antisettica e una garza sterile. Ogni 2-3 giorni ripetete la medicazione. Attenzione se aumenta l’arrossamento, compare gonfiore, una secrezione o un odore sgradevole, tutti segnali di sospetta infezione. Una ustione di 2° grado deve guarire in un tempo variabile tra 7 e10 giorni. Le ustioni che guariscono entro due settimane non lasciano di solito cicatrici. Le aree ustionate molto estese e soprattutto quelle esteticamente importanti, anche se non causano cicatrici, devono essere protette dai raggi solari per un periodo di tempo che va da uno a due anni per il rischio che la pelle non riprenda il suo colore naturale.

TRAUMI

Trauma alla testa. Il più delle volte si tratta di traumi banali che non necessitano di trattamenti. Per qualsiasi altro trauma al di fuori di un urto leggero, dovreste chiamare il vostro medico, che vorrà sapere quando e come è accaduto e come sta il bambino. Se il bambino è sveglio e vi risponde si tratta di un trauma cranico modesto e non ha bisogno di accertamenti. Il bambino può piangere per lo spavento o per il dolore, ma in genere non dura oltre 10 minuti. Per ridurre il gonfiore applicate una pezza fredda (il sacchetto con i fagioli o il minestrone del freezer!) per 20 minuti e tenete sotto osservazione il bambino. I segni di un trauma importante sono i seguenti:

1) ha un mal di testa che non passa, ma sembra peggiorare;

2) parla in modo strano o è confuso;

3) ha dei giramenti di testa persistenti o che tornano improvvisamente;

4) è fortemente irritabile o ha un comportamento anormale;

5) vomita più di 2 o 3 volte;

6) ha difficoltà a camminare;

7) ha sanguinamento o fuoriuscita di liquido acquoso dall’orecchio o dal naso;

8) ha difficoltà a svegliarsi o eccessiva sonnolenza;

9) ha una pupilla (la parte centrale nera dell’occhio) più grande dell’altra;

10) dice di vedere doppio o con delle macchie;

11) ha eccessivo pallore che dura oltre un’ora;

12) ha delle convulsioni;

13) sembra che abbia difficoltà a riconoscere i familiari;

14) ha un’eccessiva debolezza delle gambe o delle braccia;

15) sente dei fischi persistenti nelle orecchie. Se il bambino perde conoscenza dovete portarlo al PS o chiamare il 118.

Osservazione a casa dopo il trauma alla testa.

Per almeno 24 ore un adulto dovrebbe stare con il bambino per essere pronto a trasportarlo dal medico o all’Ospedale in caso di problemi. Per qualche altro giorno dovrebbe essere tenuto sotto osservazione per il rischio di qualche manifestazione tardiva di traumi gravi. Se il bambino ha sonno, dovete farlo dormire (non c’è nessun motivo di tenerlo sveglio), ma durante il sonno, ogni 2-3 ore (mettetevi la sveglia), dovete andare a controllare che dorma serenamente. Provate a toccarlo o spostategli un braccio e osservate se fa i normali movimenti nel sonno; altrimenti svegliatelo per osservare se vi riconosce e vi risponde. Se vi sembra che stia peggiorando dovete andare al PS. E’ consigliabile portarlo al PS nei seguenti casi: 1) ha vomitato più di 2-3 volte; 2) non smette di piangere; 3) ha un mal di testa che sta peggiorando; 4) sembra molto malato; 5) ha difficoltà a camminare, parlare, vedere; 6) è confuso e non è attivo come sempre; 7) diventa sempre più sonnolento ed è difficile svegliarlo; 8) sembra avere movimenti strani o convulsioni o dei comportamenti che vi preoccupano. Se il bambino sta bene durante questo periodo di osservazione potete stare tranquilli che molto probabilmente non avrà alcuna conseguenza. Dovete ricordarvi che la maggior parte dei traumi alla testa sono lievi, ma se avete dubbi rivolgetevi al vostro medico.

Contusioni

Applicate impacchi freddi (il sacchetto dei fagioli) per circa 30-60 minuti. Per contusioni estese, schiacciamenti, cadute da bicicletta, oppure dolore o tumefazione che durano a lungo chiamate il vostro medico o recatevi al Pronto Soccorso (PS).

Tagli

Se la ferita sanguina molto, effettuate una pressione con un panno pulito per fermare l’emorragia per almeno 8 – 10 minuti, ma se il taglio è esteso e profondo cercate aiuto e mantenete la pressione fino all’arrivo dei soccorsi. Per tagli minori lavate accuratamente la ferita con il sapone sotto un abbondante getto d`acqua di rubinetto e coprite con una medicazione. Le ferite da punta o da taglio sono normalmente profonde e, anche se sembrano piccole e limitate, possono nascondere lesioni di tendini e nervi per cui devono essere valutate dal medico. Le ferite da vetro sono spesso insidiose e da considerare come quelle da punta e taglio con l’aggiunta del pericolo di ritenzione di frammenti di vetro in profondità.

Sbucciature

Lavate a lungo la ferita usando il sapone (quello dei panni va benissimo); questo è indispensabile per rimuovere polvere, terra e qualsiasi altro corpo estraneo presente sotto la cute. Se necessario, si può sfregare con una garza per ottenere una migliore pulizia. Disinfettate con un antisettico e coprite con una medicazione.

Schegge

Lavate con acqua e sapone e cercate di rimuovere le schegge di piccole dimensioni con pinzette disinfettate. Se la rimozione non è agevole o riguarda il  volto chiamate il medico o andate al PS.

Traumi alle dita

Quante volte un dito di un bambino rimane schiacciato nella chiusura di una porta o quando gioca con un oggetto pesante o nello sportello di una macchina! Dal momento che le dita sono estremamente sensibili il dolore sarà insopportabile; la parte colpita appare ben presto bluastra e rigonfia, a volte con un taglio o un sanguinamento. Se c’è un sanguinamento sotto l’unghia diverrà nera o blu scuro e la pressione sarà dolorosa. Se il dito sta sanguinando lavatelo con acqua e sapone e poi copritelo con una garza morbida e sterile. L’acqua fredda corrente riduce il dolore e il rigonfiamento. Se il problema è lieve potete aspettare che il dito guarisca da solo. Fate però attenzione a qualsiasi aumento di dolore, gonfiore o arrossamento, o alla fuoriuscita di secrezione dalla zona colpita, o alla comparsa di febbre da dopo 1 – 2 giorni dal trauma: potrebbero essere segno di infezione. Se però verificate da subito un notevole rigonfiamento, il dolore persiste forte per molte ore, c’è un taglio profondo o il dito appare come spezzato, andate al PS.

Fratture ossee

Sono molto frequenti e spesso conseguenti a cadute. Quelle più pericolose sono quelle da incidente stradale. L’osso dei bambini è diverso da quello degli adulti perché è più flessibile e in grado di assorbire meglio l’impatto. Infatti spesso la rottura è “a legno verde”, cioè senza una completa frattura dell’osso. Non è facile essere sicuri che un osso sia rotto. In genere, ma non sempre, in una frattura si vede il gonfiore e il bambino è chiaramente sofferente e non può o non vuole muovere l’arto traumatizzato. In attesa di giungere al PS o nell’ambulatorio medico, al fine di proteggerlo da movimenti improvvisi, potete confezionare un’imbracatura o arrotolare un giornale o una rivista con funzione di stecca. Non date medicine senza aver sentito il medico, ma potete applicare un impacco freddo sulla zona del trauma per lenire il dolore. Se il bambino è piccolo, a causa della cute sottile e delicata, non usate il ghiaccio perché potrebbe arrecare danni. Se avete il sospetto che vi sia una frattura alle gambe, evitate di muovere il bambino e chiamate il 118.

OCCHI

Occhio rosso, congiuntivite.

La congiuntivite è un’infiammazione della congiuntiva, la membrana che riveste l’interno della palpebra e la parte bianca dell’occhio (la sclera). E’ molto comune, assai fastidiosa ma raramente pericolosa. Generalmente si presenta con arrossamento della congiuntiva, gonfiore delle palpebre, sensazione di sabbia nell’occhio, prurito, lacrimazione intensa e intolleranza alla luce. Può essere causata da un’infezione da batteri o virus, da un’allergia, da irritazione da fumo, vento, polvere o agenti inquinanti. La congiuntivite batterica si presenta, generalmente, con secrezioni dense di colore giallo o verdognolo, anche abbondanti. E’ molto contagiosa per cui è bene: – evitare di toccarsi gli occhi con le mani; – lavare sempre le mani prima di toccare gli occhi; – non condividere con altri il proprio asciugamano o cuscino; – rimuovere la secrezione dell`occhio con molta cura, utilizzando una garza bagnata con acqua o soluzione fisiologica, specialmente prima di instillare il collirio o la pomata consigliata dal medico; – non tenere gli occhi bendati; – eliminare i colliri o le pomate dopo la guarigione; – se dovesse ripresentarsi il problema dopo qualche settimana o mese, è bene utilizzare un flacone nuovo; – non utilizzare prodotti cosmetici attorno all`occhio fino a completa guarigione; · proteggere gli occhi da fonti luminose troppo forti, eventualmente con l`aiuto di occhiali da sole. E’ necessario consultare il medico o andare al PS se la situazione non migliora, se il dolore aumenta e l`occhio diventa sempre più rosso, se compare febbre, se è presente dolore e sensibilità alla luce (segno di possibile trauma della cornea).

Trauma dell’occhio

E’ bene sapere che spesso è più pericoloso un oggetto a punta, come un rametto, o qualcosa giunto a forte velocità (spesso mentre si usano seghe, trapani, tosaerba, ecc.) piuttosto che l’impatto contro una porta. Innanzitutto è importante verificare che il bambino ci veda bene. Bisogna recarsi al PS se: la pelle è lacerata e necessita di punti di sutura, se vi sono tagli sulla palpebra o sul globo oculare, se il dolore è forte e non smette, se gli occhi continuano a lacrimare e il bambino li strizza di continuo, se tiene sempre chiuso l’occhio e non lo vuole assolutamente aprire, se dice di non vedere bene o dice di vedere doppio o non riesce a guardare verso l’alto, se vi è sangue dietro la cornea (la parte trasparente che si trova davanti all’iride, la zona colorata dell’occhio). L’occhio nero che rimane in un bambino che ci vede bene e non si lamenta in genere non desta preoccupazione, ma se avete dubbi chiamate il medico.

Lesioni da sostanze chimiche dell’occhio

Se gli occhi del bambino sono venuti a contatto con sostanze chimiche è molto importante lavare l’occhio immediatamente; adagiate la testa del bambino in modo che l’occhio si trovi in basso e di lato. Tenendo sollevata la palpebra, versate acqua mediante una tazza o lo schizzo della doccia direttamente sull’occhio per 15 minuti. Coprite l’occhio lesionato con una medicazione sterile e impedite al bambino di strofinarselo; chiamate comunque il medico o il Centro antiveleni o portatelo al PS.

Corpo estraneo nell’occhio

E’ molto frequente che piccoli corpi estranei (granello di sabbia, di polvere, ecc.) entrino nell’occhio. Non cercate di rimuovere un corpo estraneo incastrato nell’occhio, né usate oggetti appuntiti come pinzette o altro. Il corpo estraneo, quasi sempre, viene eliminato con le lacrime per cui è utile lavare l’occhio con acqua o con soluzione fisiologica. Eventualmente potete utilizzare l’angolo di un panno pulito, chiedendo poi al bambino di sbattere più volte le ciglia nel tentativo di rimuovere il corpo estraneo. Se non vi riuscite, coprite l’occhio con una medicazione sterile e portatelo al PS o dal medico.

ORECCHIO E NASO

Dolore all’orecchio

Spesso accompagna un raffreddore o un episodio febbrile; il bambino, a volte improvvisamente, inizia a piangere e appare inconsolabile. Somministrate al bambino un antidolorifico (paracetamolo o ibuprofene), eseguite dei lavaggi nasali con soluzione fisiologica se c’è raffreddore e tranquillizzatelo. Può essere utile un panno caldo o una borsa d’acqua calda. Se il dolore persiste per 24-36 ore, se esce abbondante muco dall’orecchio, se il bambino non si consola, ha la febbre alta e appare molto provato dovete rivolgervi al medico.

Corpo estraneo nel naso e nell’orecchio

Carta, cotone, sassolini, semi, noccioline, pezzetti di giocattoli, un po’ tutti gli oggetti piccoli possono finire nel naso o nelle orecchie. Nel naso provocano la formazione di una secrezione maleodorante giallastra che fuoriesce da una sola narice, a volte con sangue; nell’orecchio fastidio, prurito e secrezione giallastra. Non cercate di estrarre un corpo estraneo che non vedete chiaramente oppure che non sia facilmente afferrabile, perché potreste spingerlo più in avanti o creare dei danni. Solo se vedete il corpo estraneo, usate pinzette dalla punta arrotondata o le dita.

Sanguinamento nasale (epistassi)

Spesso avviene improvvisamente nel sonno o per una soffiata di naso vigorosa. Se il bambino si “stuzzica” il naso può ricomparire in breve tempo. Mettete il bambino seduto con la testa leggermente piegata in avanti verso una bacinella e ditegli di sputare il sangue che sente in gola. Stringete le narici a pinza tra pollice e indice per 10 minuti e rassicurate il bambino. Non lasciate la presa e ditegli di respirare con la bocca. Se l’emorragia non si arresta, riprovate per altri 10 minuti. Non serve applicare panni freddi sulla nuca, sulla fronte o sotto il labbro, né mettere cotone o altro nel naso (è peggio quando deve essere tolto). Il sangue deglutito, essendo irritante per lo stomaco, può essere vomitato, per cui non vi preoccupate se ciò avviene. Nei giorni seguenti è utile applicare un unguento a base di vaselina nel naso per tenere la mucosa nasale protetta ed evitare nuovi sanguinamenti. Andate al PS o chiamate il medico se la perdita di sangue è abbondante e non si arresta, se il bambino è svenuto o ha le vertigini alzandosi in piedi, se sulla pelle sono presenti macchie bluastre non dovute a traumi, se il bambino sembra stare molto male.

BOCCA

Trauma dei denti

Basta una caduta, a volte banale, o un colpo alla bocca violento per determinare qualche problema ai denti, in genere quelli anteriori (incisivi e canini). Se il dente sembra dondolare leggermente e un po’ sanguina, guarisce da solo nel giro di qualche giorno. Può essere utile per lenire il dolore il paracetamolo. Se il colpo è stato forte, il dente  può “lussarsi”, viene cioè spostato dalla sua sede (in genere ricacciato dentro l’osso della mandibola o della mascella), oppure può “fratturarsi” (se ne rompe un pezzo) o uscire completamente dall’osso. Cosa fare se il bambino ha perso un dente? Se si tratta di un dente da latte (gli incisivi iniziano ad essere sostituiti intorno a 6-7 anni) non è importante rimetterlo dentro l’osso; applicate una garza pulita per controllare l’emorragia e chiamate il dentista. E’ diverso per un dente permanente: in questo caso cercate il dente e lavatelo con acqua o saliva, delicatamente, senza toccare la radice e rimettetelo voi stessi nell’osso (per il verso giusto!) e premete finchè non è ben allineato con quelli vicini. Fate mordere al bambino un panno per bloccare il dente e andate dal dentista. Se non riuscite a metterlo com’era prima, conservatelo nel latte o in soluzione fisiologica o nella saliva e portatelo dal dentista o al PS; in questo caso il tempo è un fattore importante. Chiamate subito il dentista se si è staccato un frammento di dente (conservatene i pezzi), se il dolore è molto forte e se il sanguinamento non si ferma dopo 10 minuti di pressione. Negli altri casi chiamate il dentista senza urgenza.

 SINTOMI GENERALI

Svenimento

Sebbene la maggior parte delle perdite di coscienza dei bambini non sono preoccupanti, dovete sempre consultare il vostro medico. Prima di svenire, il bambino può avvertire nausea, vertigini, sudorazione e appare pallido; poi diventa flaccido e cade a terra. Tipicamente sono la conseguenza di un ridotto apporto di sangue e ossigeno al cervello, spesso come conseguenza di stress, paura, eccessiva fatica. Un ambiente molto caldo e scarsamente ventilato, il dolore,lo stomaco vuoto e un particolare odore sono spesso i fattori scatenanti della perdita dei sensi di un bambino.

Non gettate acqua sul viso del bambino, non scuotetelo, non fategli annusare nulla, non cercate di dargli nulla da bere o da mangiare. Se il bambino si sente stordito e sta per svenire, abbassategli la testa fra le ginocchia, allentategli gli indumenti e assicuratevi che abbia aria a sufficienza (aprite le finestre).  Se perde i sensi, stendetelo a terra, a pancia in su e con le gambe sollevate da terra di 20-30 cm, senza mettere rialzi sotto la testa e liberategli il collo dai vestiti stretti. Voltategli la testa da un lato e fate in modo che ci sia una buona ventilazione di aria; se svenendo è caduto, assicuratevi che non abbia riportato lesioni gravi soprattutto alla testa. La maggior parte di coloro che svengono riprende conoscenza in pochi minuti, ma aspettate 5-10 minuti prima di farlo rialzare in piedi o di farlo camminare. Se non rinviene dopo 2 minuti, ha difficoltà a respirare, presenta delle scosse o scuotimenti mentre è privo di sensi chiamate il 118. Un polso debole o un respiro superficiale richiedono manovre di rianimazione.

Convulsioni febbrili

Le convulsioni febbrili sono delle reazioni che si manifestano in presenza di febbre in alcuni bambini il cui sistema nervoso è particolarmente eccitabile (in genere sono bambini piccoli, di età inferiore ai 5 anni). Il bambino può perdere conoscenza, irrigidirsi, manifestare scosse ai quattro arti, avere gli occhi sbarrati oppure rivolti all’indietro, oppure entrare in uno stato di rilasciamento muscolare (“si lascia andare”). Questi fenomeni possono durare alcuni minuti, dopo di che il bambino può manifestare una profonda sonnolenza, che rappresenta il periodo di ritorno alla normalità. Non sono quasi mai pericolose. Non bisogna farsi prendere dal panico; non cercate di trattenere il bambino nel tentativo di bloccarne le scosse; non cercate di attirare l’attenzione del bambino, non schiaffeggiatelo, né scuotetelo anche se smette temporaneamente di respirare; non infilate nulla in bocca, poiché rischiate di fargli male e di provocargli il vomito. Chiamate il medico appena è finita la convulsione o se dura oltre 10 minuti.

Convulsioni (attacchi epilettici)

Le crisi epilettiche sono quasi sempre brevi (pochi secondi o pochi minuti) e finiscono spontaneamente. E’ utile tenere presenti alcune norme di comportamento per aiutare il soggetto a superare le crisi. Cercare di capire se la coscienza è conservata (chiamare il bambino, dargli ordini semplici: es. “stringi la mano”-“apri la bocca”); osservare i movimenti abnormi (scosse, irrigidimento, ecc.) per poterli descrivere al medico e per capire quando la crisi è terminata; alla crisi segue spesso un sonno profondo, ed il bambino può restare senza conoscenza, dopo la crisi, anche per parecchi minuti. Se vi sono convulsioni, adagiare il bambino a terra, disteso su un fianco, con qualcosa di morbido sotto il capo; controllare che naso e bocca restino liberi, e che il bambino possa respirare; fare spazio intorno a lui allontanando ogni corpo contundente; solo in caso di convulsioni prolungate (oltre i 4-5 minuti) è necessario intervenire con i farmaci. Cosa non fare: non cercare di aprire la bocca del bambino, anche se è scuro in volto (cianosi); la manovra non serve a nulla e può provocare ferite e lesioni dei denti; non sollevare il bambino; non schiaffeggiare il bambino per cercare di svegliarlo; non dare zucchero o da bere.

Vomito

Il vomito spesso è dovuto ad infezioni virali e può accompagnarsi a diarrea; altre volte è dovuto ad alcuni cibi; può anche presentarsi durante normali episodi febbrili; di solito si ferma entro 24 ore. Normalmente basta modificare la dieta per fare tornare le cose a posto: non date cibi solidi, ma somministrare un poco alla volta (un cucchiaino ogni 5 minuti) liquidi freddi leggermente zuccherati (acqua, camomilla, the, ma nei bambini più grandi funziona benissimo anche la Coca Cola, avendo l’accortezza di eliminare il gas) per 8 ore dall’ultimo episodio di vomito. Attenti però a non dare questi liquidi a grandi sorsi, perché possono stimolare ancora di più il vomito. Evitate in questa prima fase il latte. Quando il vomito è finito si possono dare al bambino cibi leggeri (cracker, pane e miele, riso, pollo lesso, patate bollite; ai bambini più piccoli succo di mela o una banana schiacciata o crema di riso cotta; al lattante dare il seno o un po’ di latte in polvere). Chiamate il medico se:- il bambino non ha urinato nelle ultime 8 ore;

– compare sangue nel materiale vomitato e il bambino non è raffreddato;

– ha mal di pancia da più di 4-6 ore;

– ha difficoltà a camminare o è confuso;

– sospettate un avvelanamento.

Consultatelo senza fretta se il vomito è presente da più di 6 ore per un bambino di età inferiore a 6 mesi; da più di 12 ore se ha fra 6 mesi e 2 anni; da più di 24 ore se ha più di 2 anni.

MUSCOLI

Distorsioni e strappi muscolari

La distorsione è lo stiramento o la lacerazione dei ligamenti che tengono l’articolazione; lo strappo è lo stiramento o la lacerazione dei muscoli o dei tendini. Si presentano con dolore, gonfiore, crampi o rigidità, ridotta mobilità delle articolazioni interessate, può essere presente un ematoma a livello della cute. Fate riposare il bambino in una posizione comoda. Se possibile, sollevate la parte traumatizzata per ridurre il gonfiore e applicate un impacco freddo (utilissimi i fagioli o i piselli o la busta del minestrone del freezer) per 10 – 15 minuti al fine di attenuare il dolore e il gonfiore. Se necessario, potete ripetere l’applicazione ogni 20-30 minuti e somministrare un antidolorifico (paracetamolo o ibuprofene). Se il trauma è avvenuto alla caviglia o al ginocchio fate una fasciatura non troppo stretta; se è al polso, gomito o spalla, con un foulard piegato a triangolo e messo ad armacollo immobilizzate l’articolazione. Dopo 48 ore, se il dolore e il gonfiore si sono attenuati, chiedete al bambino di muovere in tutte le direzioni l’articolazione, ma non forzatelo per almeno 7-10 giorni. Alcune lesioni più importanti possono guarire in 4-6 settimane. Andate al Pronto Soccorso se il dolore e il gonfiore vi sembrano gravi, se il bambino non riesce a muovere assolutamente l’articolazione, se l’osso vi sembra deformato o retratto, se il dolore è ancora presente dopo 48 ore, anche per una minima compressione attuata dal bambino stesso.

MORSI E PUNTURE.

Morsi di cani, gatti ed essere umani

I morsi di cani, gatti, ma anche di esseri umani, comportano un alto rischio d’infezione. Circa la metà dei morsi di gatto determinano infezione, contro il 15-20% di quelli provocati da cani o umani. Se la ferita sanguina copiosamente comprimetela con un panno pulito per 5 minuti. Poi lavate la ferita gentilmente con acqua e sapone e asciugatela senza frizionare. Controllate nelle 24-48 ore che non avvengano segni di infezione, cioè: comparsa di pus o di secrezione, la cute intorno al morso si gonfia (è normale che la ferita sia rossa per 2-3 giorni), compaiono strie rosse sotto pelle che si diffondono dalla ferita, si gonfiano le ghiandole sopra la ferita. Se la ferita è ampia e non riuscite a fermare l’emorragia, probabilmente sarà necessario suturarla presso il Pronto Soccorso. In questo caso (e comunque quando i morsi interessano il viso, le mani e i genitali) vi saranno prescritti antibiotici per il rischio d’infezione.

Punture di insetto

Cercate di rimuovere il pungiglione graffiando con l’unghia del dito. Lavate con acqua tiepida e sapone e applicate un impacco freddo (cubetto di ghiaccio avvolto in un panno) per ridurre il gonfiore e il dolore. Può essere utile applicare una crema contenente antibiotico e cortisone (consultare il medico). In caso di dolore intenso può essere anche indicato il paracetamolo o ibuprofene. Di solito i sintomi scompaiono in 24-48 ore; controllate che non avvengano segni di infezione (gonfiore, arrossamento, dolore, fuoriuscita di pus). La reazione grave, rarissima, si manifesta con gonfiore diffuso, tosse, respiro affannoso e difficoltà respiratoria; in questo caso dovete chiamare il 118. Per proteggersi, nelle escursioni in campagna fate indossare pantaloni e indumenti a manica lunga, introducendone il fondo all`interno delle calze.

Puntura di zecca

Usate le pinzette o le dita per afferrare il più vicino possibile la zecca in prossimità della testa. Quindi tirate lentamente per strappare la zecca. Non cercate di rimuovere la zecca tirandola bruscamente nè uccidete la zecca schiacciandola con le mani. Non cercate di staccare la zecca cospargendola di smalto, olio, alcool o petrolio per soffocarla: è inutile perché la zecca respira solo poche volte in un`ora. Dovete chiamare il medico se compare febbre o macchie sul corpo nella settimana seguente alla puntura.

Morsi di ragno

In Italia la maggior parte dei ragni non è pericolosa (anche se sono velenosi, hanno la bocca troppo piccola e il veleno iniettato è assai esiguo) e provocano spesso quelle inspiegabili punture che i bambini presentano al risveglio. La pelle si presenta rossa e gonfia; generalmente è sufficiente lavare bene con acqua e sapone e applicare un panno freddo. Se vedete che compare una vescica o macchia bluastra o una ferita che non guarisce chiamate il medico.

 Meduse

Di solito l`uomo se la cava con una ustione. Nei casi gravi: reazione cutanea diffusa, manifestazione difficoltà respiratorie, pallore, sudorazione telefonare al 118 e rivolgersi al Pronto soccorso più vicino, senza attendere o indugiare. Il contatto dei tentacoli provoca una reazione locale a livello cutaneo: la pelle diventa irritata e arrossata con sensazione di dolore e prurito. Stimolare l’attività muscolare favorisce al veleno di circolare nell’organismo, per tale ragione è necessario mantenere la calma e muoversi il meno possibile. Rimanere in acqua il più possibile poi, con la mano a piatto o con un pezzetto di plastica (tipo carta di credito), cercare di allontanare le vescicole che contengono le sostanze urticanti. Se si è usciti dall`acqua usare acqua di mare calda, ma NON usare la sabbia. Dopo di che applicare del ghiaccio o pomate a base di cloruro di alluminio. Non usare assolutamente l`acqua dolce nè l`urina e,  soprattutto, mai utilizzare l’ammoniaca sulla zona colpita: cosa che, purtroppo, avviene comunemente, consigliata da amici e parenti come rimedio. Ottimo risulta un impasto fluido di bicarbonato di sodio e acqua (di mare) applicato per 30 secondi. Cortisonici ed antistaminici non vanno bene come primo soccorso, in quanto la loro azione si manifesta dopo circa mezz`ora dall`applicazione quando la fase acuta è già passata. Le tossine sono termolabili, perciò in mancanza di altro può essere una buona idea applicare pietre molto calde (senza scottarsi).

Tracina, pesce ragno e scorfano

Attenzione alla tossina inoculata dal pesce con le spine dorsali! Immergere la zona in acqua calda per un’ora (la tossina è termolabile)! Disinfettare la parte colpita e, se presenti, asportare le spine. Cosa non fare assolutamente: utilizzare ghiaccio, sostanze refrigeranti o ammoniaca.

Fonti bibliografiche:

American Academy of Pediatrics – Healthy Children www.healthychildren.org Ist. Mario Negri Milano www.marionegri.it/mn/it/servizi/mamma.html

Manuale di Pronto Soccorso per Neonati e Bambini M.J. Einzig Calderini ed.

SIMEUP Società Italiana di Medicina d’Urgenza

www.amicopediatra.it/genitori

www.crocerossachepassione.com

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